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San Giovanni Calabria e l’Immacolata / 2

San Giovanni Calabria e l’Immacolata / 2

Deplorabile, umiliante è, fratelli e sorelle, la sventura che tutti noi colpisce al primo ingresso nel mondo: prima che da noi si venga la luce del giorno, incapaci di colpa, ci troviamo oppressi da un peccato, che sebbene non commesso da noi personalmente, pure, ci rende odiosi a Dio, meritevoli dei suoi castighi. Offusca l’intelletto, vizia la volontà, pone sossopra le passioni, ci infonde la ripugnanza al bene, l’inclinazione al male e ci opprime con un mare di dolori, di affanni, di sciagure.

Quanti patimenti, quanto si soffre quaggiù e poi, per ultimo, la morte! Ecco, o miei fratelli e sorelle, ciò che noi portiamo nel mondo. Avete inteso che cos’è il peccato originale, questo peccato è in noi come certe malattie di famiglia che passano, passano di generazione in generazione e ricadono proprio sul capo, come il vituperio d’un qualche grave misfatto commesso dal capostipite, su tutti i discendenti: così è del peccato originale.

Or, è mai possibile che Iddio abbia voluto che questo tiranno, che questo gran male contaminasse la Madre della santità per eccellenza Cristo Gesù? Iddio fugge, aborre il peccato, ed appena un’anima ne è in possesso la fugge, la aborre. E sarà possibile che lasci al demonio portare in trionfo questo linguaggio quando si tratta della Madonna, che dica: “Sì, questa tua creatura, prima di essere tua Figlia, fu mia schiava, mio abitacolo?” No, certamente, Iddio santo infinitamente santo non poteva certamente permettere questo.

Maria era destinata alla divina maternità, onde doveva contrarre altissimi rapporti con tutta la SS. Trinità. Doveva essere Figlia dell’Eterno Padre, ma scelta, pura, immacolata. Madre del Verbo, ma vereconda e santa. Sposa dello Spirito Santo, ma pudica ed illibata.